martedì 25 giugno 2013

Riso con pollo al curry e mandorle




In questi giorni la morsa del caldo ha un po’ allentato la sua presa e di conseguenza si sono potuti riaccendere i forni e i fornelli senza rischiare lo scioglimento.
Approfittando del fresco del mattino, prima di scappare al lavoro, ho preparato questo piatto leggero e profumato(ovviamente l'ho assemblato, impiattato e fotografato al rientro, alla sera:))

Riso con pollo al curry e mandorle
(Ingredienti per 4 persone9

6 sovracosce di pollo
il succo di un  limone
3 cucchiai di farina di riso
brodo di pollo
3 cucchiai di mandorle leggermente tostate e tritate grossolanamente
curry
Olio
300 gr di riso


Spellate e spolpate le sovracosce e tagliate la polpa a pezzetti.
Fate rosolare i pezzetti ottenuti in una padella con un po’ di olio.
Salatee il pollo, mescolate, aggiungete i 3 cucchiai di farina e fate tostare a fiamma viva.
Abbassate la fiamma aggiungete il succo del limone, lasciate sul fuoco qualche minuto e aggiungete il brodo di pollo fino quasi a coprire tutta la carne.
Portate a cottura a fuoco medio, (far sobbollire per circa una ventina di minuti).
Al termine della cottura aggiungete il curry.
Nel frattempo lessate il riso in abbondante acqua salata.
Tostate leggermente le mandorle facendole saltare qualche minuto in una padella molto calda.
Per servire:
Io ho utilizzato dei cerchi in acciaio per dare una forma circolare alla pietanza, ovviamente non è necessario. Vi consiglio comunque di mettere il riso nel piatto e di versarvi sopra il pollo con il sughetto affinché questo impregni il riso sottostante.
Guarnite con le mandorle tostate, spolverate con il curry in base al vostro gusto.



Di corsa e “al pelo” con questa ricetta desidero partecipare al contest “di Cucina in Cucina” che questo mese è ospitato dal blog di simo lovecooking, che ci ha chiesto di proporre una ricetta con “La frutta secca nei piatti salati”


venerdì 21 giugno 2013

Confettura di fragole, pompelmo rosa e bacche di goji


Alcuni giorni fa mi hanno regalato un sacchettino di bacche di goji, piccoli chicchi rossi chiamati "frutto della longevità".
Pare che questi fruttini siano dei potenti antiossidanti ed eccezionali integratori naturali in grado di rafforzare il nostro sistema immunitario. 
Al tatto queste bacche assomigliano all'uva sultanina mentre il loro sapore è dolce e gradevole.
Dal momento in cui le ho avute fra le mani mi sono domandata come avrei potuto utilizzarle, come godere appieno delle loro magiche proprietà.
Poi mi è venuta l'idea di "conservarle" e quindi di utilizzarle in una confettura estiva e profumata. 
Ho pensato di accompagnarle alle fragole.
Di solito nella confettura di fragole spremo il succo di un limone, ma questa volta, non avendo limoni, ho utilizzato il succo di un bel pompelmo rosa, una spolverata di polvere di vaniglia e...
La confettura che ne è uscita è STRE-PI-TO-SA!!
Lo so che "chi si loda si imbroda" tuttavia questa conserva dolce merita davvero di essere annotata e provata! 
Per quanto riguarda il procedimento di realizzazione della confettura ho utilizzato quello proposto da Christine Ferber, che prevede la macerazione della frutta con lo zucchero per almeno una notte prima di porre tutto sul fuoco.



Ecco ingredienti e procedimento:

500 gr fragole mature
300 gr zucchero
1 pompelmo rosa spremuto
un cucchiaio di bacche di goji
un cucchiaino di polvere di vaniglia

Lavate le fragole e privatele del picciolo.
Tagliatele a pezzetti e riponetele in un contenitore possibilmente di vetro o di ceramica con lo zucchero e il succo di pompelmo, coprite con della pellicola trasparente.
Lasciatele riposare tutta la notte. (In realtà in questi giorni così caldi io le ho lasciate riposare 4-5 ore ed è stato sufficiente.
Versare il succo ottenuto in una casseruola dal fondo spesso tenendo da parte le fragole.
Far bollire a fuoco vivace per almeno 10 minuti.
Aggiungere le fragole e far bollire ancora 15 minuti a fuoco dolce.
Aggiungere le bacche di Goji e far bollire un paio di minuti.
A questo punto munita di una frusta a mano ho mescolato energicamente la marmellata.
Aggiungere la polvere di vaniglia, togliere dal fuoco,  invasare* e pastorizzare**.



*Io sterilizzo sempre i vasetti e i coperchi lavandoli e asciugandoli in forno a 160° per un quarto d'ora.
**Per il metodo di pastorizzazione vi rimando qui.



Questa è la terza ricetta con cui partecipo al contest di Colors and food


mercoledì 19 giugno 2013

Un tuffo nella Sicilia occidentale e i dolcini alla mandorla di Maria Grammatico




Oltre questa porta si trova il laboratorio di una delle pasticcerie più famose della Sicilia occidentale. Riuscite ad indovinare quale?


Resa celebre dal libro di Mary Taylor Simeti "Mandorle Amare" Flaccovio Editore, già tante foodblogger hanno parlato di lei, tuttavia non si può passare dalla deliziosa pasticceria di Maria Grammatico ad Erice, in provincia di Trapani, assaggiare "un dolce di mandorla appena sfornato, velato di zucchero o ricoperto di cioccolato" e resistere alla tentazione di raccontare questa storia ancora una volta.
La storia di Maria probabilmente la conoscete già: erano i primi anni '50 quando, bambina, dopo la morte del papà, dovette entrare nell'orfanotrofio di San Carlo ad Erice. Lì imparò i segreti dell'arte pasticciera, "la pasta di mandorla si fa con la mandorla sbucciata e spelata. Noi la si macinava con una macchinetta a manovella. Dopo che si macinava, si pesava lo zucchero e l'acqua, e si cuoceva, Quando lo zucchero faceva la fila, la fila densa, si buttava dentro la mandorla e si faceva amalgamare tutto sul fuoco. Poi si scendeva e si buttava tutto sul tavolo di marmo, e mentre che era tiepida, si cominciava a lavorarla con il mattarello grosso. Sempre a lavorarla finché non ti veniva una pasta, perché non è che c'erano macchine per lavorarla".
A ventidue anni Maria lasciò l'orfanotrofio e aprì il suo primo laboratorio. 



Il libro "Mandorle amare", scritto a quattro mani, dalla giornalista e dalla stessa protagonista, descrive la storia di Maria, "una storia dura e sofferta ma anche piena di forza e di straordinaria volontà che ha portato la fama di Maria dai vicoli medievali di Erice alle pagine delle più celebri riviste di gastronomia di tutto il mondo".
Oggi la pasticceria di Maria Grammatico, nel centro dell'incantevole borgo di Erice, sforna continuamente profumati dolci alla mandorla, genovesi, reginette, mostaccioli e goderseli sull'assolata terrazza di fronte al panorama mozzafiato è un'esperienza da non perdere assolutamente se ci si trova in questo angolo meraviglioso della Sicilia.




Pasta per dolcini di Maria Grammatico

450 gr di mandorle pelate
450 gr di zucchero
3 bianchi d'uovo
1 cucchiaio di miele
2 cucchiaini di estratto di mandorle
1 cucchiaio di buccia di limone grattugiata

Ridurre a farina le mandorle insieme ad una parte di zucchero in un tritatutto elettrico.
Trasferire in un recipiente grande e aggiungere lo zucchero rimanente, i bianchi d'uova, miele, estratto di mandorle e buccia di limone.
Mescolare energicamente fin quando l'impasto sarà amalgamato e morbido. Lavorare brevemente con le mani e formare una palla. Avvolta nella pellicola questa pasta si mantiene in frigo per circa tre giorni. Adoperare a temperatura ambiente.

Ho preparato questa pasta decurtando di un terzo le dosi e mi sono venuti quindici dolcini, al mio impasto ho aggiunto due cucchiaini di lievito per dolci seguendo le indicazioni di Maria per i "Buoni e brutti" la cui ricetta è sempre indicata nel libro.
Ho infornato i dolcetti a 200° per dodici minuti, dopo pochi minuti ho abbassato la temperatura del forno e ho coperto con un foglio di alluminio i dolcetti.


Erice
Se vi trovate in quest'angolo incantevole della Sicilia vi suggerisco alcune mete che non dovete davvero perdere!
Le prime sono la Riserva dello Zingaro e San Vito Lo Capo, (dove nel corso principale troverete una piccola pasticceria che serve gelati e cannoli senza glutine davvero deliziosi!!)


Fate un sosta a Trapani.
Dopo aver fatto una bella passeggiata fra i palazzi barocchi di questa città visitate il mercato del pesce, dove convincenti venditori vi decanteranno abilmente la qualità dei loro prodotti.
Nei dintorni di Trapani, percorrendo la litoranea verso Marsala, si trovano le famose Saline: vi incanterete ad osservare il paesaggio punteggiato da cumuli di sale scintillante al sole e vecchi mulini non più funzionanti.
Quasi di fronte alle saline si trova l'isola di San Pantaleo, che ospita il sito  dell'antica Mozia, fu uno dei più importanti insediamenti fenici del Mediterraneo.
Trapani

Mercato del pesce di Trapani


Quando si dice Marsala si pensa subito alla bottiglia di vino liquoroso che spesso faceva bella mostra di sé nella vetrinetta della nonna, generalmente accompagnata da piccoli bicchieri di vetro.
Marsala, per me che non sono un'esperta di vini, suscitava immagini un po' sbiadite e polverose, in realtà grazie alla mia breve visita non solo ho scoperto una splendida città barocca dove è bello perdersi nelle piccole viuzze dalla pavimentazione lastricata, ma ho avuto la possibilità di visitare la famosa cantina Florio, che ha di fatto riabilitato il vino marsala.. almeno per me..
La visita, per amanti del vino e non, è assolutamente consigliata. Mentre passeggerete attraverso le enormi e antiche cantine non pavimentate ma ancora in terra battuta per agevolare il passaggio dell'aria fresca che arriva dal mare, sfileranno accanto a voi grandi botti di legno profumato nelle quali il prezioso liquido sta riposando. Al termine della visita potrete degustare alcuni vini della cantina.



Tornando verso nord si trova il sito archeologico di Segesta,che è senza dubbio una delle mete più frequentate della Sicilia occidentale, il tempio dorico che vedete ritratto in queste foto è meraviglioso e lascia davvero senza fiato. Una visita è d'obbligo!

Il tempio dorico di Segesta

Favignana, l'isola più grande dell'arcipelago delle Egadi, antica roccaforte cartaginese..
Una visita su questa magica isola vi consentirà di assaggiare qualche piatto a base di tonno, specialità locale che vi verrà proposta in mille modi diversi. 



Spero che questi brevi spunti abbiano suscitato la vostra curiosità per quest'isola magnifica che è la Sicilia, ricca di storia, di cultura, di sapori e profumi per me ineguagliabili e irresistibili.  

lunedì 17 giugno 2013

Panna cotta di mozzarella con pomodorini e ciliegie




Finalmente l’estate si sta facendo strada. E finalmente le nostre tavole si colorano di piatti freschi e gustosi per fronteggiare le temperature più alte.
E’ bello giocare con gli ingredienti, azzardando connubi inconsueti o travestimenti culinari.
In questa ricetta la mozzarella assume una consistenza morbida e vellutata mantenendo la sua freschezza e il suo sapore di latte leggermente salato. Guarnita con pomodorini e ciliegie, con un filo d'olio e una spolverata di pepe, il contrasto dolce salato è davvero una meraviglia.



Questa è la seconda ricetta “rossa” su sfondo azzurro, con cui desidero partecipare al Contest di Colors and food.


Panna cotta alla Mozzarella con pomodori e ciliegie

2 pomodori cuore di bue maturi o una decina di pomodori ciliegini
foglie di basilico
6 gr di gelatina
1 mozzarella piccola
30 cl panna liquida
100 gr ciliegie
10 cl olio extravergine di oliva
4 cucchiai di aceto balsamico
sale e pepe macinato fresco

Sbollentare in acqua bollente i pomodori, passarli sotto l’acqua fresca, pelarli e tagliarli a pezzetti.
Lavare il basilico, spezzettare le foglie e unirle ai pomodori.
Ammollare la gelatina in acqua fredda.
Passare al mixer la mozzarella con 20 cl di panna, filtrare la crema attraverso un chinois.
Scaldare la panna rimasta in una casseruola, togliere dal fuoco e fare sciogliere la gelatina strizzata, mescolando il composto finché non si sarà sciolta, lasciare intiepidire e incorporarlo alla crema di mozzarella e panna.
Salare e pepare.
Versare il composto in stampini preferibilmente di silicone, e riporre in frigorifero per almeno 2 ore.
Sformare la panna cotta, versarvi sopra i pomodori tagliati, aggiungere le ciliegie snocciolate e tagliate a pezzetti. Versare l’olio extravergine, qualche goccia di aceto balsamico, salare e pepare.


Con questa ricetta desidero partecipare al contest di Colors and food 


giovedì 13 giugno 2013

Comfort books: libri da gustare sotto l'ombrellone - Parte I





Da pochi giorni è finita la scuola.
Come ogni anno in questo periodo, mi torna alla mente la meravigliosa sensazione di leggerezza che vivevo gli ultimi giorni di lezione, quando si allentava la presa, quando la gioia e l’emozione di andare incontro all’estate mi invadevano e pregustavo le novità e le sorprese che le vacanze mi avrebbero riservato.
Negli anni del liceo, i giorni successivi alla fine della scuola e precedenti alla partenza per le vacanze, erano dedicati al riordino della mia stanza, generalmente sommersa di libri e quaderni, all’archiviazione di compiti e appunti e alla scelta dei libri che avrei portato con me in vacanza.
La mia professoressa di Italiano ci forniva una lunga lista di romanzi dalla quale dovevamo scegliere le nostre letture estive. Mi piaceva andare in libreria alla ricerca di quei libri, libri che mi avrebbero accompagnato nei miei viaggi e che per primi mi avrebbero fatto viaggiare attraverso molti mondi.
Questa abitudine mi è rimasta, è difficile che parta in vacanza senza una buona scorta di libri e anche se oggi disponiamo di fantastici e-book, per il momento preferisco ancora scorrere le pagine di carta e sfidare Ryan Air all’ultimo chilo.
Oggi vi propongo un post senza ricetta ma con una lista di libri da infilare nelle vostre valigie.
Visto che questo è un blog di cucina, i libri di cui vi parlo sono libri che, in modi diversi, raccontano di cibo, di profumi lontani, di sapori speziati e di erbe selvatiche, sono libri che regalano ricette antiche, che narrano di legami intrecciati attraverso la magia degli ingredienti.
Sono libri che ho scovato nella mia libreria, alcuni un po’ vecchi altri più recenti, tutti con storie che vi faranno compagnia nei vostri pomeriggi estivi e che, anche sotto l'ombrellone, non vi faranno sentire troppo la lontananza delle vostre amate cucine.
Se vi piace leggere spero troviate qualcosa di interessante in questa lista e ovviamente sarò felice se anche voi vorrete condividere le vostre letture.
Pian piano proporrò alcune ricette trovate proprio fra le pagine di questi romanzi.
Dei libri che compaiono della foto ma di cui non trovate la "recensione" di seguito, vi parlerò in un prossimo post... 



Marsha Mehran “Caffè Babilonia” Neri Pozza


Per Marjan Aminpour il profumo del cardamomo e dell’acqua di rose, insieme a quello del basmati, del dragoncello e della santoreggia, erano odori di tutti i giorni: comuni, immaginava lei, quanto l’aroma del caffè solubile e di arrosti succulenti per le cucine occidentali.
Nonostante fosse nata in una terra di antichi deserti, dove il suolo arido si confondeva con i resti sgretolati delle colonne di Persepoli, Marjan aveva un vero talento per le piante. Fin da piccola aveva imparato ad invogliare i semini più testardi a mettere radici (…).
Nei molti luoghi in cui aveva vissuto Marjan aveva sempre coltivato un piccolo orto di erbe aromatiche, con almeno una pianticella di basilico, prezzemolo, dragoncello e santoreggia. (…) Avrebbe voluto più tempo per far crescere delle piante rigogliose di dragoncello, menta e santoreggia da aggiungere ai dolmeh che lei e le sorelle minori, Bahar e Layla, stavano preparando. (…)
Il Caffè Babilonia doveva aprire entro cinque ore. Cinque ore! E a Bal-li-na-croag, la nuova cittadina di cui a stento riusciva a pronunciare il nome, figurarsi scriverlo. Un intero villaggio pieno di gente che sarebbe venuta ad assaggiare i suoi piatti con sguardi interrogativi e lingue curiose”.

Le protagoniste sono tre sorelle iraniane, Marjan, Bahar e Layla, che aprono a Ballinacroag una cittadina irlandese, il Caffè Babilonia.
Nel loro piccolo locale, che un tempo ospitava una panetteria italiana, le tre sorelle, fra pareti vermiglie e accoglienti, servono profumate zuppe di melagrana, Baklava, Zuppa di lenticchie rosse, dolmeh e torshi.
I problemi sorgono quando Layla, la più giovane delle sorelle, incontra il figlio di un boss della zona, ricco proprietario di quasi tutti i locali a Ballinacroag che ha messo gli occhi sul piccolo Caffè Babilonia.
Questo piacevole romanzo, attraverso una scrittura scorrevole e vivace, oltre a descrivere aromi e sapori, affronta con humor e delicatezza i conflitti razziali, culturali.. e culinari che caratterizzano il nostro tempo.
Ogni capitolo è preceduto da una ricetta iraniana cui Marjan, la sorella maggiore, si dedica nelle pagine che seguono.



Marsha Mehran “Pane e acqua di rose” Neri Pozza

E’ il seguito di Caffè Babilonia, tornano infatti le tre sorelle Aminpour, ragazze iraniane in terra d’Irlanda, con le loro pietanze profumate e insaporite da strane spezie.
In questo secondo romanzo le tre sorelle insieme con Estelle Delmonico, la panettiera italiana approdata nella cittadina irlandese di Ballinacroag tanti anni prima, dovranno svelare un piccolo mistero: una giovane dai capelli rossicci viene trovata svenuta sulla spiaggia da Estelle. Le preparazioni di Estelle e Marjan conforteranno e aiuteranno la giovane donna.
Il libro si conclude con alcune deliziose ricette prese dalla preziosa scatola di Marjan.



Ruth Reichl “La parte più tenera” Ponte alle Grazie (disponibile anche in edizione economica presso TEA)
Ruth Reichl “Confortatemi con le mele – Nuove avventure a tavola” Ponte alle Grazie

Sostenetemi con focacce d’uva passa, confortatemi con le mele, perché io sono malata d’amore” Cantico dei Cantici

In questi due romanzi Ruth Reichl condensa la sua autobiografia di grande golosa e strepitosa critica gastronomica.
Già critica culinaria per il New York Times e per il Los Angeles Time, Ruth ha scritto di cibo per testate giornalistiche molto importanti.
Nelle pagine di questi libri si dipana la sua esperienza con il cibo a partire dall’infanzia, quando muove i primi passi in cucina accanto alla tata, al periodo vissuto in una comune con il marito Doug, dove Ruth cerca di rendere gradevoli anche pietanze realizzate con ingredienti poveri e poco sofisticati, alla scelta di diventare critica gastronomica che caparbiamente riuscirà a realizzare. Gustose ricette scandiscono la narrazione che scorre veloce nelle pagine del libro. Se lo leggerete sarà difficile non soccombere ai sapori e agli aromi e non mettersi ai fornelli.



Ito Ogawa “Il ristorante dell’amore ritrovato” Neri Pozza

Quella sera, rientrando a casa dopo la giornata di lavoro al ristorante turco, trovai l’appartamento completamente vuoto. Non c’era anima viva. Era sparito tutto: il televisore, la lavatrice, il frigorifero,le tende (…) .Per un istante ebbi la sensazione di aver sbagliato porta ma, per quanto mi sforzassi di non credere ai miei occhi, quello era proprio il nido d’amore che fino al mattino avevo condiviso con il mio fidanzato indiano”.

Inizia così la storia di Ringo che, impietrita di fronte alla sparizione del proprio fidanzato indiano, decide repentinamente di ritornare nel proprio villaggio di origine. E’ qui che maturerà il suo dolore e ritornerà pienamente alla vita. Ringo apre un piccolo ristorante, Il Lumachino, nel quale ospita soltanto una coppia al giorno e dove crea un menu ad hoc, ritagliato sulle personalità e i desideri dei clienti. La magica cucina di Ringo e la dolce atmosfera del Lumachino restituiscono l’allegria e la gioia di vivere a coloro che si siedono all’unico tavolo del piccolo ristorante.



Clara Sereni “Le merendanze” Rizzoli

In questo libro non vi sono ricette da annotare, ma il cibo emerge fra i protagonisti. E’ interessante il ruolo che la cucina assume nelle pagine del romanzo, per Caterina, Francesca, Giulia, Laura e Lucilla, gruppo eterogeneo di donne alle prese con i cambiamenti piccoli e grandi delle loro vite, cucinare diventa, infatti, un veicolo per sopravvivere e smarcarsi dalla quotidianità che spesso delude e infrange le loro aspettative. E’ un libro al femminile, disilluso, a tratti triste, talvolta duro, ma con un fondo di speranza che l’abile penna della scrittrice àncora a uno dei momenti di incontro per eccellenza, la condivisione dei pasti, le merendanze appunto.

Non mi resta che augurarvi buona lettura!